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Prima di toccare il fondo…

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fare previsioni sulla Triestina è più difficile che partecipare ad un dibattito sulla costruzione dell’ovovia: tra poche ore la squadra alabardata scende in campo a Piacenza per una partita ovviamente delicata che potrebbe risollevare un po’ il morale dei giocatori e di Pavanel oppure farli sprofondare ancor di più nel marasma in cui non ci sono appigli di sorta dove puntellarsi.

Sono i giocatori che devono reagire in qualche modo scendendo in campo con il coltello tra i denti e, soprattutto, con la voglia di dimostrare che la squadra non è un’accozzaglia di brocchi ma che può trovare ancora la via per riprendersi.
La società ha optato per il ritiro punitivo (nessuno usa questao termine ma, di fatto, è l’aggettivo giusto) come ultima risorsa per scuotere il gruppo e vedremo subito se sarà stato almeno utile, anche se simili decisioni non è che portino grandi benefici se tra i giocatori non c’è effettivamente la volontà di stringersi attorno all’obiettivo.
Che partita attenderci: considerato l’avversario all’ultimo posto in classifica e vista la Triestina delle ultime partite non sorprenderebbe un “vogliamoci bene” collettivo che possa far dire che stavolta almeno nessuno ha perso e…la classifica si muove.
Probabilmente non sarà così: sulla formazione alabardata il mistero totale visto che non si conoscono – era difficile se fossero stati in città, figuriamoci ora che sono in Emilia – le condizioni di alcuni giocatori che, comunque, sono più o meno acciaccati. Calmiamo la curiosità, incrociamo le dita – sembra ormai un ricorso fisso – e vediamo cosa succede, sperando di non dover dar ragione a chi dice che al peggio non c’è mai fine.