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“E’ solo un raffreddore” – Atto II

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Ci risiamo. L’ineffabile macchina del komIntern simil-sovietico biancorosso aggiunge un nuovo capitolo alla già ricca storia di questi ultimi travagliatissimi sette mesi. Nel primo pomeriggio di oggi appare improvvisa e inaspettata, ma soprattutto mai comunicata ufficialmente, la notizia del ritiro della candidatura del sedicente fondo svizzero “Astmar” a diventare proprietario della Pallacanestro Trieste e santo taumaturgo per le decine di problematiche insorte dopo l’arresto dell’ex presidente Scavone. 
Il quotidiano locale cita, con dovizia di particolari, le motivazioni che hanno spinto a defilarsi la compagine d’oltralpe: dissidi fra soci e CDA (che, peraltro, in larga misura coincidono: in pratica, litigherebbero con sé stessi), con SiAmo Trieste (viene da chiedersi da quando uno sponsor da 30.000 euro ha voce in capitolo nelle decisioni strategiche aziendali…. intendiamoci, l’iniziativa è meritevole e per certi versi geniale, ma per sua stessa ammissione non decolla e dunque ha poco peso economico. E, soprattutto, ha sempre dichiarato la sua indipendenza dalla società), con la Fondazione, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, una sorta di Clash Of Clans cui si aggiunge anche, a sentire i fini economisti rossocrociati, la terrificante situazione socio-politico-economica in cui versa il nostro derelitto Paese. 
In serata, una nota emittente locale riprende la notizia, cita “anonime fonti all’interno della Società”, aggiunge particolari come il tentativo dei mancati invasori alpini di fagocitare il settore giovanile di Basket Trieste e l’intero carrozzone di SiAmo Trieste, senza peraltro precisare cosa significhi “fagocitare” e, soprattutto, per farci cosa. 
Nulla viene detto, invece, sulle possibili alternative, sull’esistenza di eventuali “piani B”, sulla possibilità che magari l’uscita di scena dell’interlocutore più discusso potrebbe far riacquistare vigore a trattative temporaneamente accantonate. 

Ora, è chiaro e lampante che testate così accreditate e seguite in città non possano essersi, ovviamente, inventate di sana pianta la notizia, che dunque è sicuramente vera. E’ altrettanto evidente che fonti interne (MAI citate nei pezzi) abbiano scelto la via del sussurro, della fuga di indiscrezioni, anziché quella della chiarezza e della trasparenza. Ufficialmente, la Società, alle 9 di sera dopo 6 ore dalla pubblicazione del primo articolo, non si pronuncia in alcun modo, anche se che per mesi, a cadenza regolare, aveva annunciato urbi et orbi gli albori della trattativa, la sua prosecuzione, la fase di stallo, la fase di studio a distanza, la fase di meditazione trascendentale degli svizzeri che per mesi si rifiutavano di sciogliere, una buona volta, la prognosi. 

E dire che le alternative, dal punto di vista puramente logico, non sarebbero molte: il fatto è vero ed ufficiale, facciamo un comunicato ufficiale. Il fatto e vero ed ufficiale, ma vogliamo che resti riservato, non facciamo comunicati ma teniamo le bocche cucite. Il fatto non è vero, facciamo un comunicato ufficiale per smentirlo, dal momento che ormai tutti ne parlano e presto la sciagura verrà inevitabilmente ripresa anche dalla stampa nazionale. La via scelta, invece, è: il fatto non si sa se sia vero ed ufficiale, probabilmente lo è, in ogni caso noi non facciamo comunicati ma lo facciamo comunque trapelare. Risultato: il tam tam incontrollato di una piazza ormai divenuta schizofrenica, che decreta (senza avere nessun elemento per farlo) la fine del basket a Trieste, la sua lenta eutanasia, che parla senza ragion veduta di risorse sufficienti per arrivare alternativamente a dicembre, gennaio, marzo o fine stagione. O, in alternativa, ad esultare per lo scampato pericolo, per l’allontanarsi di una compagine di cui si sa poco o nulla, le cui tracce si perdono nelle valli alpine in compartecipazioni in holding di diritto estero di difficile comprensione per chiunque. 

Già, la piazza. Al momento, unica fonte di sopravvivenza per la Pallacanestro a Trieste. 

Ad ogni buon conto, e per sacrosanto diritto di cronaca, “copiaeincolliamo” l’unico comunicato stampa uscito oggi dalla Pallacanestro Trieste, esattamente 14 minuti dopo l’uscita della notizia sul sito del Piccolo. Almeno, si parla di basket, argomento che più di ogni altro ci appassiona. 
Ripresa dei lavori, in casa Pallacanestro Trieste: dopo il weekend di sosta per turno di riposo, la compagine di coach Eugenio Dalmasson ha ricominciato a “sudare” sul parquet dell’Allianz Dome, in vista della partita di domenica 3 novembre sul campo della OriOra Pistoia (0 vinte – 6 perse). 
  
Dopo l’ultimo turno di campionato, i biancorossi si trovano attualmente in tredicesima posizione con un bilancio di due vittorie e tre sconfitte: gruppo al completo, tutti al lavoro con serenità per cercare di proseguire la striscia positiva di due vittorie, contro un’avversaria che è ancora in cerca del primo referto rosa in questo 2019/2020. 
  
Anche in questa settimana, oltre alla consueta “dose” di allenamenti di atletica e pallacanestro, qualche appuntamento extra per Coronica e compagni: mercoledì, infatti, i biancorossi andranno a far visita alla Calicanto Onlus, per proseguire la collaborazione con una realtà che quotidianamente lavora in maniera alacre a livello sociale, sportivo e culturale. Giovedì, invece, terzo appuntamento con gli aperitivi “SiAMO Trieste”: la cornice, questa volta, sarà l’Excalibur Pub di Via del Veltro 1, dove due protagonisti della rosa biancorossa saranno ospiti, insieme ad alcuni membri della dirigenza.