Manca un mese all’esordio in Serie A, la squadra è nuova e va amalgamata, la campagna abbonamenti ha avuto un’accoglienza fra il freddo ed il tiepido, da due anni si fa fatica a superare le 2000 presenze all’Allianz Dome. E poi, come d’incanto, un’amichevole di venerdì sera a 70 chilometri da Via Flavia riempie due pullman di tifosi più qualche decina di automobili, direzione Udine Nord, Palasport Carnera. Va in scena, dopo quattro anni dalla sfida estiva di Cervignano e dalle due batoste biancorosse subite proprio l’anno della promozione, il derby fra l’APU Old Wild West di Matteo Boniciolli e la Pallacanestro Trieste di Marco Legovich: una sfida fra due triestini in panchina, uno che esordì da vice di Tanjevic in tuta Stefanel a 24 anni, l’altro che vive il suo primo anno da head coach a 30. Partita affascinante anche per la presenza di altri ex: Fabio Mian e Tommaso Fantoma (che però è a Udine solo in prestito) in bianconero, Lodovico Deangeli (che riconosce in Boniciolli una sorta di mentore) in biancorosso.
E’ proprio il coach triestino a tentare di gettare acqua sul fuoco: “Alla squadra è stata contestualizzata la situazione, per meglio calarsi nell’atmosfera, questo per dare consapevolezza profonda della partita che andremo a giocare, ma tenendo sempre presente che si tratta di un appuntamento di pre-campionato. Non deve dare eccessive pressioni, non deve comportare troppo carico emotivo. Abbiamo bisogno di non dimenticare il momento dell’anno in cui ci troviamo, a livello di gestione tecnica e fisica degli effettivi a disposizione“. Ma lui lo sa, da triestino non può nascondere l’importanza che, alla fine, una partita come questa rivestirà per il ritorno del feeling con il pubblico triestino: “Il derby è una partita speciale, importante, anche se arriva in un periodo di preseason. Un appuntamento che ritorna dopo tanto tempo e che ho avuto la fortuna di vivere quando ero assistente in A2. Per me e per tutti i triestini il significato di questa gara è chiaro“
Al di là delle rivalità e del sottile fascino della sfida di campanile, il Memorial Pajetta costituirà un primo banco di prova per verificare lo stato di avanzamento del processo di costruzione della chimica di squadra e della metabolizzazione da parte dei giocatori della filosofia cestistica del nuovo coach biancorosso, che vorrebbe una stagione ad alto e costante tasso agonistico, determinazione e ferocia in ogni singola azione offensiva e difensiva. Rispetto al vittorioso scrimmage di Lasko, la squadra ha nelle gambe una settimana di doppi intensi allenamenti in più, una settimana durante la quale i due ultimi arrivati Phil Fayne e Frank Gaines hanno potuto entrare maggiormente in sintonia con i compagni ed apprendere automatismi che per gli altri cominciano ad essere consueti. L’esperta guardia, oltre a dimostrare di aver facilmente già assimilato gran parte dei giochi fin qui provati, ha destato impressione nella sua prima apparizione pubblica durante l’allenamento aperto di lunedì scorso, violando con facilità la retina da qualunque posizione (principale qualità per la quale è stato scelto) oltretutto mettendo in mostra un’ottima condizione fisica. Tono atletico da recuperare, invece, per il lungo, accreditato sulla carta di una discreta verticalità che però non è ancora riuscito a dimostrare appieno; per lui sarà necessaria maggiore pazienza (e più tempo) per inserirlo nei flussi di gioco nelle due metà campo. Il pacchetto lunghi nel torneo di Udine dovrebbe comunque avvalersi ancora dei chilogrammi e della ruvida ma efficace presenza nel pitturato del centro croato Alexander Marcius, il cui contratto bisettimanale scadrà proprio nel weekend. Intanto, gli esami strumentali cui è stato sottoposto il ginocchio di Bartley, che accusava un affaticamento da verificare, hanno dato esito negativo, per cui il giocatore è potuto tornare ad allenarsi con i compagni e prenderà sicuramente parte al derby.
Sabato sera, comunque vada la sfida contro Udine, i biancorossi scenderanno nuovamente in campo contro una fra la Reale Mutua Torino di Franco Ciani e Matteo Schina e la corazzata Reyer Venezia, per poi tuffarsi in un’altra intensa settimana di allenamenti che finalmente potranno essere svolti al gran completo: a quanto pare, infatti, sono giunte al termine le lungaggini burocratiche relative all’ottenimento del passaporto di Corey Davis, in arrivo a Trieste nel weekend come da lui stesso comunicato sul suo profilo Instagram. Dato il personaggio, sarà opportuno vederlo scendere dalla scaletta dell’aereo a Venezia prima di cantare vittoria.