Il grande equilibrio che regna alle spalle delle due battistrada potrebbe portare Trieste addirittura fra le prime 8, e dunque alle finali di Coppa Italia di febbraio, nel caso di una doppia vittoria a Bologna e nel recupero contro Varese, o addirittura anche grazie ad un solo successo nel caso di verifichino alcuni risultati favorevoli. Certo, dopo il tour de force di dicembre ed inizio gennaio, un paio di settimane per rifiatare sarebbero forse preferibili, ma posizionarsi fra le migliori otto a metà stagione costituirebbe comunque un bel segnale al campionato e rilancerebbe decisamente le ambizioni triestine in chiave playoff.
E’ un discorso, in ogni caso, ancora prematuro. Come giustamente afferma coach Dalmasson, gli impegni così ravvicinati non permettono di fare programmi a medio periodo, è necessario invece concentrarsi da subito sul prossimo, vicinissimo, impegno a Casalecchio contro una Fortitudo falcidiata dagli infortuni ma fortemente rinnovata ed in trend decisamente positivo dopo un inizio di campionato raccapricciante.
La partita contro Reggio Emilia, rimandata ben due volte negli scorsi mesi, conferma quanto di buono visto domenica contro Treviso. L’Allianz si dimostra in grande recupero fisico, ed al completo (nonostante il 5+5) dimostra di possedere una profondità di roster che le permette infinite rotazioni, con qualità dei quintetti mantenuta pressoché costante nell’arco dei 40 minuti in grado di sfiancare gli avversari. E’, dunque, una nuova vittoria della squadra, con il secondo quintetto in grado di fare addirittura meglio, anche in momenti critici, dei cinque titolari. E’ la seicentesima volta in serie A per un infinito Daniele Cavaliero: uno dei più longevi giocatori italiani di tutti i tempi, ed un simbolo fra i più luminosi dello sport triestino. Una celebrazione che avrebbe meritato la standing ovation del suo pubblico, di quei 6000 spettatori che tanto mancano in questa stagione. Una standing ovation solo “virtuale”, dunque, che però Daniele si merita per intero.
Viene scelto nuovamente l'”operaio” Upson per affiancare Marcos Delia, decisione che avvalla decisamente le insistenti voci circolate sull’imminente uscita di Ike Udanoh. Del resto, Trieste con il filiforme lungo americano ha sempre vinto, con prestazioni da parte sua che ricalcano né più e né meno quanto gli viene richiesto: intensità difensiva, presenza a rimbalzo, precisione nei pochi tiri che si concede, 15-20 minuti di qualità per ridare fiato a Delia. Contro Reggio Emilia finisce con 9 punti, 9 rimbalzi di cui 6 offensivi e 18 di valutazione che dovrebbe aver convinto anche i più scettici sulla sua utilità.
E’ ancora una volta la “vecchia guardia” ad ergersi sulle torrette del fortino triestino anche quando gli avversari, più per un blackout biancorosso in attacco che per meriti propri, riescono a ricucire 13 punti di svantaggio nel terzo quarto impattando sul 51 pari. Matteo Da Ros e Daniele Cavaliero incoraggiano i compagni, li spingono ben al di là di quanto raccontato dalle statistiche e li accompagnano nel controbreak che ricaccia indietro gli spenti reggiani, mai più in grado, successivamente, di dare la reale impressione di essere in grado di recuperare nuovamente il gap. Davvero due giocatori recuperati (Daniele anche nei fatti, dal momento che non aveva giocato la prima parte di stagione, mentre Matteo sembra veramente rigenerato dalle settimane lontano dal parquet, è presente, determinato, scaltro nel sopperire alle carenze fisiche con giocate anche difensive vincenti contro giocatori ben più pesanti di lui). Discorso a parte per Juan Fernandez, autore di una fragorosa doppia doppia da 10 punti e 10 assist. Giocatore di una intelligenza rara, capisce che il momento al tiro non è fra i migliori della sua carriera, e quindi riduce le conclusioni all’essenziale preferendo piuttosto innescare a ripetizione i compagni. Alcuni dolcetti consegnati nelle mani del suo connazionale Delia sono delizie per palati fini.
E’ anche la vittoria della difesa, una uomo granitica ed asfissiante, che chiude tutti i passaggi sugli esterni, impedisce il pick and pop per liberare Taylor da tre, blinda il pitturato con la staffetta Delia-Upson con il supporto di Grazulis (sontuoso nel primo tempo per tempismo e solidità), Alviti e Da Ros limitando in modo decisivo Elegar e Diouf . Concede qualcosa al tiro da fuori di Kryzlink e Bostic, ma Reggio Emilia è tutta qua: decisamente troppo poco per pensare di vincere in trasferta segnando solo 69 punti. Trieste vince la sfida a rimbalzo 46-40, con ben 16 carambole offensive catturate. Limita le palle perse (rispetto ai suoi standard) a 9 -contro le 15 della Unihotels- e ne recupera altrettante. Tira malissimo da tre, fermandosi al 20% su ben 30 tentativi, però va ancora oltre il 50% da due, segno che, a differenza del passato, l’Allianz di oggi è molto più orientata al gioco da sotto rispetto alla consueta vocazione dall’arco.
La cronaca racconta di un’Allianz avanti nel punteggio dall’inizio alla fine, con vantaggi oscillanti fra i 7 ed i 12 punti, tranne che per l’unico pareggio coincidente con la sporadica fiammata del fromboliere Taylor (con le polveri ampiamente bagnate oggi) e di un nervosissimo Bostic. L’immediata reazione biancorossa riporta il gap oltre i dieci punti, ed il vantaggio rimarrà in doppia cifra praticamente fino alla fine con Trieste in grado di controllare i tempi delle proprie azioni nonostante qualche nefandezza che sarebbe potuta costare cara contro una squadra un po’ più lucida e meno stanca della Reggio Emilia di oggi.
Il dosaggio certosino dei minutaggi, talvolta ardito (tanti minuti ad un Laquintana ancora sottotono, Henry e Delia tenuti in panchina praticamente per tutto il secondo tempo anche nei momenti più difficili) si rivela vincente. Come detto, Trieste riesce a trovare risorse vincenti anche dalla panchina sopperendo alle difficoltà dei singoli, per cui preservare le energie dei giocatori migliori in un periodo di sforzo atletico così intenso e prolungato, appare perfettamente logica. Un plauso, dunque, va nuovamente alla panchina: bisogna dare atto a Dalmasson -anche se contro Reggio Emilia è soprattutto Franco Ciani a condurre i suoi da bordo campo- di essere in grado di rimanere coerente nelle sue scelte talvolta coraggiose e raramente popolari, ma evidentemente efficaci.
Questo folle programma di dicembre che avrebbe potuto rivelarsi fatale si dimostra, invece, decisamente meno avaro di soddisfazioni. Le vittorie contro Trento, Treviso e Reggio Emilia permettono ai biancorossi di mettere 4 punti fra sé e l’ultima in classifica, con ancora una partita da recuperare proprio contro Varese. Il girone d’andata potrebbe, dunque, concludersi con la tranquillità e le ottime prospettive che ottobre e novembre parevano aver sottratto definitivamente.
PALLACANESTRO TRIESTE – PALLACANESTRO REGGIANA 78 – 69
Allianz Pallacanestro Trieste: Alviti 3, Fernandez 10, Upson 9, Da Ros 5, Cavaliero 6, Coronica ne, Delìa 10, Doyle 10, Grazulis 6, Laquintana 5, Henry 14, Arnaldo ne. All. Dalmasson
UnaHotels Reggio Emilia: Baldi Rossi, Elegar 17, Candi 1, Kyzlink 21, Taylor 8, Porfilio ne, Bonacini, Bostic 20, Diouf 2, Giannini ne. All. Martino
Parziali: 23-17; 38-32; 60-51
Arbitri: Giovannetti, Di Francesco, Valzani
Ecco la classifica aggiornata:
1. A|X Armani Exchange Milano 24 12/1
2. Happy Casa Brindisi 20 10/3
3. Banco di Sardegna Sassari 16 8/5
4. Virtus Segafredo Bologna 16 8/5
5. Umana Reyer Venezia 14 7/6
6. Dolomiti Energia Trentino 12 6/7
7. Carpegna Prosciutto Pesaro 12 6/7
8. Vanoli Basket Cremona 12 6/7
9. UNAHOTELS Reggio Emilia 12 6/7
10. De’Longhi Treviso 12 6/8
11. Allianz Pallacanestro Trieste 10 5/7
12. Germani Brescia 10 5/8
13. Fortitudo Lavoropiù Bologna 10 5/8
14. Acqua S.Bernardo Cantù 8 4/9
15. Openjobmetis Varese 6 3/9