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Allianz: adesso o mai più!

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Tradizionalmente le sfide fra la Fortitudo e l’Allianz sono decisive per indirizzare le stagioni dell’una e dell’altra contendente. Non si può dire che vi sia una vera rivalità storica fra i due club, che hanno vissuto i loro “tempi d’oro” in fasi diverse della loro storia. Ma le sfide degli ultimi 5 anni, fra A2 e Serie A, hanno sempre messo in scena partite con un pathos particolare, con le tifoserie ad affrontarsi in modo caldo e colorito, numerosi ex da una parte e dall’altra, risultati spesso sorprendenti, finali talvolta drammatici. La partita della 23esima giornata di questo stranissimo campionato non fa certo eccezione: entrambe le squadre sono ad un bivio decisivo, per entrambe la posta in palio è altissima, all’inseguimento di obiettivi attualmente diversi ma che giornata dopo giornata diventano progressivamente più ardui.

Obiettivi diversi, ma che accomunano Trieste e Bologna in una stagione divenuta deludente, costellata di disastri grandi e piccoli fin dall’inizio per la Fortitudo, improvvisamente virata verso il drammatico per un’Allianz che fino a febbraio era stata decisamente al di sopra delle attese. Una sconfitta a Trieste renderebbe le ultime sette giornate di Bologna una salita modello Mortirolo all’inseguimento di una salvezza che anche in questa stagione, come in quella scorsa, potrebbe arrivare solo negli ultimi minuti dell’ultima partita. Per contro, la quinta sconfitta nelle ultime sei partite spingerebbe il team di coach Ciani ai margini della zona playoff, con il rischio concreto di venire pericolosamente risucchiati in dinamiche di fondo classifica tanto imprevedibili quanto impreviste. Entrambe le squadre nell’ultima giornata, pur sconfitte, hanno mostrato segni di ripresa, un principio di vitalità che però dovrà essere consolidata per ottenere la dignità di inversione di tendenza. La F domenica scorsa ha perso in casa solo nel finale, di soli tre punti, il derby di basket city, combattendo alla pari con i blasonati avversari. Di certo, però, una prestazione tutta nervi e volontà in una partita che per tradizione, attesa ed importanza fa storia a sé sfuggendo da sempre ad ogni logica ed ogni pronostico, non fa certo giurisprudenza in un campionato che finora si è rivelato un vero calvario. La fuga di Repesa dopo solo un paio di partite, il ritorno del figliol prodigo Antimo Martino, cacciato in malo modo solo un anno prima per far posto alla fallimentare gestione Sacchetti, un roster costruito talmente male in estate da dover essere rivisitato più volte nei mesi, una porta girevole di giocatori spesso inadeguati si è tradotta in prestazioni ai limiti dell’indecenza, con coach Martino costretto più volte a scusarsi, sconsolato, con i tifosi ed il presidente Piovani dimissionario (ma ancora in sella… misteri felsinei), le ricorrenti difficoltà finanziarie rimediate in extremis. La classifica della Fortitudo, del resto, è l’esatto specchio di questa situazione: a 12 punti, le Aquile sono ultime con Cremona, con il gruppo delle terzultime che si è rimesso a correre. La sfida sul campo di una squadra che ha saputo collezionare ben 20 punti nei primi due terzi di campionato, ma è in caduta libera di gioco e risultati da un mese e mezzo, costituisce dunque per loro una delle ultimissime buone occasioni da sfruttare per cercare di raddrizzare una situazione ampiamente compromessa: c’è da giurare che l’atteggiamento sarà quello degli assaltatori con il coltello fra i denti, con difesa ai limiti del legale, combattimento accanito su ogni palla vagante, ferocia agonistica per tutti i 40 minuti. Tutte caratteristiche che Trieste ha dimostrato di soffrire maledettamente, ed alle quali finora non è mai riuscita ad opporre reazioni uguali e contrarie, esibendo al contrario atteggiamenti compassati e monocordi, carenza di energia, apparente demotivazione. Coach Ciani chiama tutti a rapporto: i timidi segnali di ripresa mostrati nel primo tempo a Milano, peraltro travolti dall’onda di marea dell’Olimpia nella ripresa, vanno riproposti, amplificati, prolungati. La mancanza di reazione all’aggressività degli avversari, od alle loro fiammate, cancellata dal vocabolario. Non fosse altro, l’amor proprio necessario a lavare l’onta dell’umiliazione subita all’andata al Paladozza, dove al termine della peggior prestazione triestina dal ritorno in Serie A, l’Allianz uscì sotto il peso di 36 punti di scarto (subendone 96), dovrà di per sé stesso essere sufficiente ad alimentare testa e gambe dei biancorossi.

Trieste esce da una buona settimana di allenamenti al gran completo, nella quale ha potuto svolgere sia sedute tecnico tattiche in funzione anti-Fortitudo che un richiamo atletico per recuperare una forma apparsa fortemente approssimativa a partire dalle finali di Coppa Italia. Il rientro di Alessandro Lever a tempo pieno con il gruppo ridona profondità alle rotazioni sotto canestro, mentre il rebus Alexander genera molti più dubbi che certezze: posto che l’ex Virtus rimarrà con ogni probabilità a Trieste fino al termine della stagione, dopo un timido quanto infruttuoso tentativo del club di correre velocemente ai ripari, bisognerà prendere atto che non è certamente il tipo di giocatore di cui la squadra aveva bisogno dopo la defezione di Fernandez, ma sarà anche necessario adattarsi alle sue qualità (che prima o poi dovranno pur emergere): difesa sul perimetro e tiro da fuori, un ruolo da “due” più al fianco che al posto di Corey Davis. Ci sarà anche da valutare lo stato d’animo con il quale il giocatore affronta allenamenti e partite una volta constatata, a 23 anni ed alla prima esperienza in Europa, la totale assenza di fiducia da parte del coaching team, della società e dei tifosi.

Anche la Fortitudo potrebbe arrivare a Trieste al gran completo forse per la prima volta in questo campionato. Groselle è acciaccato ma il dubbio sulla sua presenza è esclusivamente pretattica. Più grave il problema che ha fermato Procida, che si è allenato poco ed a parte. Una delle poche cose su cui scommettere, in ogni caso, è la presenza a referto di entrambi. La notizia dell’ultim’ora è, invece, l’aggregazione al gruppo per la trasferta in Via Flavia di Fantinelli, lungodegente che proprio contro l’Allianz potrebbe tornare finalmente a riassaggiare il parquet.

Il Red Wall in occasione di Gara 5 dei playoff 2017

L’importanza della partita e la presenza della Fossa avrebbe dovuto attrarre il pubblico delle grandi occasioni. La società ha riproposto anche in questa occasione la promozione “porta un amico”, con il secondo biglietto a due euro in qualunque settore. Certamente le ultime due prestazioni casalinghe, davanti ad un pubblico tornato leggermente più numeroso (sebbene molto al di sotto delle potenzialità) non hanno aiutato nell’autopromozione, ma gli obiettivi importanti ancora alla portata e la necessità di evitare che la Fortitudo, seguita da almeno un paio di centinaia di tifosi, giochi praticamente in casa, avrebbe fatto presumere una prevendita molto meno deludente di quella da poche centinaia di tagliandi staccati negli ultimi tre giorni. Proprio i tifosi della Fortitudo costituiscono un chiaro modello di attaccamento oltre qualsiasi difficoltà, in qualunque situazione ed in qualunque categoria: domenica scorsa in occasione del derby, nonostante i 2550 spettatori dichiarati, il Paladozza era praticamente esaurito, ribollente di entusiasmo, scintillante di coreografie spettacolari: che la Fossa sia un esempio fuori scala per chiunque forse è vero, ma lo era anche quel Red Wall che alla prima difficoltà si è, invece, disciolto sotto il peso di scuse pretestuose e di risse social molto spesso più patetiche che coerenti. Almeno la Curva Nord è tornata a fare il suo lavoro, che costituirà probabilmente le ultime vestigia del mitologico sesto uomo triestino.

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