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Al via l’Operazione F8

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Otto squadre, le migliori al termine del girone d’andata, si contendono il secondo trofeo stagionale. Due favorite di diritto, un paio di outsider, tanti aspiranti MVP: torna la kermesse tricolore nel palazzo pesarese che ospitò l’ultima finale sold out nel febbraio 2020. It’s win or go home, baby!

Trieste conquista le finali di Coppa Italia per la seconda volta nelle ultime due stagioni, ma stavolta ci arriva da testa di serie, con il ranking, l’esperienza, la qualità e la necessità di far valere la propria storia e conquistare un risultato di prestigio. Proviamo a giocare in anticipo queste F8, cercando di indovinare conferme e delusioni, sorprese e protagonisti, con un occhio particolare alla spedizione biancorossa guidata da Franco Ciani.

Quarti di finale

Olimpia Milano (7 coppe) – Dinamo Sassari (1 coppa): nessun dubbio sulla vittoria di Milano, oltretutto detentrice della Coppa Italia. Dinamo fortemente rinnovata -e ridimensionata- in estate, che perde anche il suo coach/condottiero delle ultime tre stagioni, approdato proprio sulla panchina dell’Armani alla corte di Ettore Messina. I sardi conquistano per la coda la qualificazione rimanendo a lungo esclusi dalle top eight durante il girone d’andata. Milano è prima in campionato, dove è tornata a schiacciare i sassi dopo un paio di distrazioni (le sue seconde linee distruggono Pesaro dopo aver perso contro la squadra di Banchi solo un paio di settimane prima proprio alla Vitrifrigo Arena), è anche quarta in Eurolega dopo aver vinto -fra le altre- con CSKA, Barcellona, Anadolu Efes e Stella Rossa. Sembra improbabile, ma sempre possibile, che possa sottovalutare l’impegno italiano sacrificandolo, in quanto ad energie mentali, a quello europeo, anche se la sola presenza dei rivali storici bolognesi è in grado di allontanare del tutto questa possibilità. In campionato l’Olimpia ha già rifilato una trentina di punti a Sassari, che come se non bastasse è uscita solo lunedì dalla quarantena per Covid che l’ha costretta a limitare enormemente attività ed allenamenti, interrompendo una buona inerzia che l’aveva portata a vincere 5 delle ultime 7 partite. L’esperienza di coach Bucchi e del quarantenne David Logan, la dirompente fisicità di Christian Mekowolu e la precisione di Benzius, Burnell e Kruslin non sembrano sufficienti ad arginare l’onda anomala di almeno tre fra i possibili MVP della manifestazione: il Chacho Rodriguez (candidato n.1 al titolo), Nick Melli e Gigi Datome, con Kyle Hines e l’infinita schiera di possibili serial killer vestiti da Armani non si lasceranno sfuggire la conquista della semifinale.

Germani Brescia – Aquila Trento: sfida meno scontata di quanto possa sembrare. Brescia arriva alla sfida con l’entusiasmo e la consapevolezza nei propri mezzi portata in dote dalle 8 vittorie consecutive in campionato, ma ha la necessità di confermarsi a questi livelli, assediata da una dirigenza tradizionalmente esigente e poco incline a lasciar correre eventuali fallimenti (il difficile inizio di stagione stava per costare la panchina a coach Magro dopo solo tre giornate): la pressione su un risultato che viene dato per acquisito dall’ambiente, la difficoltà a mantenere alta e costante la concentrazione e l’intensità ormai al massimo da un paio di mesi potrebbero fare da contraltare alla qualità superiore di un roster lunghissimo, impreziosito dal ritorno ad altissimi livelli di un playmaker che fece le fortune della nazionale azzurra per poi perdersi, salvo risultare oggi il miglior marcatore del campionato ed il leader nella valutazione in tutta la Serie A: Amedeo Della Valle, assieme ad un Mitrou-Long che ben difficilmente ripeterà la disastrosa prestazione con la quale si è esibito nell’ultima partita di campionato contro Trieste, sono i match winner designati, ma l’intensità difensiva di Petrucelli, la pericolosità offensiva di Moore e Gabriel e l’esplosività a rimbalzo e nell’attacco al ferro di Cobbins possono a turno ovviare ad eventuali debacle dei due fari della squadra. Trento è reduce da un periodo di forma precaria e viene dalla disastrosa trasferta a Tortona dove ha perso di 26 segnando solo 50 punti. Dopo essersi proposta a lungo come terza forza del campionato è stata risucchiata nel gruppone finendo ai margini della zona playoff, pur a ridosso delle prime. Ma è dotata di un ottimo roster, che sta facendo bene in Europa, caratterizzato da grande fisicità, peculiarità che potrebbe inceppare il meccanismo quasi perfetto della Leonessa, specie se Caroline dovesse riuscire ad esprimere tutto il suo potenziale. Alla fine, però, Brescia non può farsi sfuggire la possibilità di giocarsi la sfida con Milano per l’accesso in finale.

Virtus Bologna (8 coppe) – Brindisi: di fronte la nostra favorita n.1 alla conquista del trofeo ed una delle maggiori delusioni di questa stagione sia in campionato che in Europa, qualificatasi per il rotto della cuffia alle finali pesaresi approfittando del suicidio casalingo di Napoli. Bologna, oltretutto, con ogni probabilità recupererà per l’occasione tutti gli infortunati, a partire da Milos Teodosic e Kevin Hervey: a Pesaro ci saranno entrambi, anche se presumibilmente non saranno nelle migliori condizioni fisiche. Le frecce all’arco di coach Scariolo, campione del mondo in carica con la “sua” Spagna, sono comunque talmente numerose che pensare ad un possibile outset in questo quarto di finale è pura fantascienza. Come se non bastasse, il carattere del coach, unitamente al fatto che tradizionalmente la Virtus in occasioni come questa arriva sempre motivatissima ed al massimo delle proprie possibilità tecniche e mentali, e che probabilmente i tifosi virtussini saranno, per motivi geografici, il contingente più numeroso e rumoroso a Pesaro, teorizzare un calo di tensione o un atteggiamento distratto delle V nere è praticamente impossibile. I più attesi? Belinelli, Pajola e Nick Mannion -tanto per fare i nazionalisti- sono tre credibili candidati al titolo di MVP. Frank Vitucci, per la prima volta dopo molti anni, non è invece riuscito a plasmare un gruppo che pare, oltre che fortemente meno competitivo rispetto al passato, molto meno coeso, meno organizzato e meno motivato, tutte caratteristiche che avevano portato il club pugliese a rimanere costantemente fra il poker delle migliori nelle ultime cinque stagioni (Bridinsi ha disputato la finale di Coppa Italia sia nel 2019 che nel 2020). L’arrivo di Gentile e la partenza un po’ burrascosa del “piantagrane” Josh Perkins non hanno ancora portato conseguenze tangibili in campionato, nonostante l’autoritaria vittoria nell’ultima giornata a Bologna contro la Fortitudo (ma la Fortitudo di questi ultimi tempi sembra proprio un avversario irresistibile) mentre la buona notizia per Vitucci è che sotto canestro Nick Perkins è tornato a fare…Nick Perkins. Proprio lui, assieme allo sfrontato argentino Redivo, sempre pericolosissimo dall’arco, potrebbero prendere di sorpresa Scariolo per qualche sprazzo di partita, ma non sarà sufficiente per portarla a casa. V in semifinale al 90%, non più del 10% di possibilità per Brindisi.

Ty-Shon Alexander

Pallacanestro Trieste – Derthona Tortona: Le parti, rispetto alla partecipazione giuliana dello scorso anno, sono invertite: Trieste arriva a Pesaro da testa di serie, continua ad essere quarta in campionato, ha esperienza, storia, blasone. Tortona è Cenerentola invitata al Gran Ballo, sebbene di Cenerentola la neopromossa piemontese abbia realmente ben poco. L’Allianz arriva all’appuntamento pesarese alla fine di un periodo non facile per risultati (due sconfitte nelle ultime tre partite) e defezioni: quella di Alessandro Lever è già grave di per sé perché limita le rotazioni sotto canestro, quella definitiva di Juan Fernandez è un colpo pesantissimo sotto l’aspetto tecnico ma soprattutto sotto quello morale, che priva la squadra di un leader storico e di un “go to man” affidabile. Ma, una volta incassata la decisione definitiva del Lobito, la società è riuscita in tempo record a porre rimedio alla sua assenza, passando al 6+6 e prelevando dalla Virtus Bologna Ty-Shon Alexander, combo guard ventitreenne dotato di un buon tiro dalla distanza descritto anche come ottimo difensore, che potrà essere utilizzato sia in alternativa che in aggiunta a Corey Davis. Alexander sarà a disposizione di coach Ciani già per il quarto di finale di giovedì, anche se a quel punto avrà disputato con la squadra solo un paio di allenamenti. Gran presa in prospettiva, da valutare quanto possa mutare gli equilibri già a Pesaro. Di certo, però, rotazioni e soluzioni offensive tornano a far respirare una squadra apparsa fortemente in affanno nelle ultime due settimane, specie alla distanza. Oltretutto, Tortona è molto ben coperta proprio nei due ruoli in cui Trieste al momento soffre: in regia conta su Chris Wright e Ariel Filloy, due giocatori che nella città giuliana non hanno certo bisogno di presentazioni. A loro due si aggiungono Bruno Mascolo, guardia in grandissima evidenza nelle ultime partite, protagonista assoluto del massacro di Trento domenica scorsa, e Jamarr Sanders, anche lui in biancorosso nel 2018/2019. Non è noto se il play/guardia Riccardo Tavernelli potrà essere della partita, così come è probabile il rientro di un JP Macura che è la vera anima offensiva di Tortona, il giocatore più imprevedibile e talvolta incosciente, inarrestabile nell’attacco al ferro ma pericolosissimo anche da fuori. Macura sarà con ogni probabilità impiegato contro Trieste, ma non si conoscono le sue reali condizioni fisiche. Anche sotto canestro i piemontesi sono strutturati in modo complementare a Trieste. Se Cannon -pur tornato ai livelli assoluti dello scorso anno in A2- non piace tantissimo a coach Ramondino, che lo utilizza con il contagocce, Tyler Cain può essere un vero rebus per l’Allianz: troppo tecnico per Konate, troppo fisico per Delia, ma le armi per fermarlo ci sono, specie se il centro maliano dell’Allianz dovesse dimostrare di aver definitivamente superato il periodo di abulia ed aver aggiunto multidimensionalità al suo arsenale (il tiro dalla media distanza esibito a Brescia, oltre ad essere totalmente inaspettato, appare tecnicamente di buona fattura). Trieste dovrà guardarsi anche dalla tecnica di Mike Daum, imprendibile per i lunghi triestini nelle esibizioni di Supercoppa, pericoloso sia per i suoi movimenti perfetti sotto canestro che per precisione da fuori. Potrebbe pagare, però, la fisicità difensiva di Grazulis e, all’occorrenza, di Fabio Mian. In campionato le due squadre sono appaiate a venti punti, e la prossima sarà la loro quarta sfida stagionale: due larghe vittorie in Supercoppa per Derthona, vittoria di 31 per Trieste nella partita di andata in campionato all’Allianz Dome. Nonostante le 10 w per parte, Tortona sembra più scostante ed imprevedibile (inaffidabile?), perde partite in modo inatteso bloccandosi completamente, poi magari recupera vincendone altre in modo autoritario. Ma Trieste, nonostante l’entusiasmo e la voglia di ben figurare di un club nel quale la Bertran ha investito un budget importante, rimane la favorita di questo quarto di finale. E’ dotata di giocatori che erano nella stessa situazione l’anno scorso come Grazulis e Delia, altri che quando sentono l’odore del sangue diventano predatori inarrestabili: Adrian Banks, ad esempio, ha giocato la finale di Coppa Italia sia nel 2013 con Varese che nel 2019 e 2020 con Brindisi, segnando nella seconda partecipazione 37 punti nei quarti di finale contro Sassari (ancora top scorer delle F8) e 27 in finale contro la Reyer. Anche Luca Campogrande ha giocato una finale con Brindisi mentre Daniele Cavaliero quella coppa l’ha addirittura già vinta nel 2008 quando giocava ad Avellino. Presenze ai quarti sia per Fabio Mian che per Luca Campani (2). La Pallacanestro Trieste arrivò in finale una sola volta, la più improbabile, nel primo anno dopo la fuga di Stefanel: fu sconfitta di quattro punti dalla Treviso di Orlando Woolridge solo nei secondi finali. La storia di una “basket city” contro la favola di una squadra nata in serie C e giunta ai vertici del basket nazionale. L’esperienza contro l’entusiasmo. L’organizzazione contro l’imprevedibilità. Chi vincerà: Trieste. Trieste potrà essere, con Brescia, l’outsider della manifestazione, ma, a differenza di Brescia, la meno considerata dai bookmakers. Ed il pistolero Adrian Banks, a 36 anni appena compiuti, può candidarsi ancora una volta ad essere l’MVP.

Attenzione…..spoiler!

Semifinali

Milano – Brescia: Se Brescia riuscirà a rompere il ghiaccio nel modo giusto contro Trento, diventerà una serpe velenosissima. Semifinale, un derby dal risultato per niente scontato, che si concluderà con uno scarto entro i 5 punti. La ragione dice Milano, la voglia di scommettere e vincere qualcosa fa prevalere Brescia. In finale ci va la Germani

Virtus – Trieste: Alexander contro il suo passato recente. Conosce benissimo Teodosic e Pajola. Belinelli lo chiama addirittura “my brother”. Vuole dimostrare al suo ex coach che avrebbe meritato maggiore spazio nel top team felsineo e si ricorda che, tutto sommato, per 15 volte ha vestito la canotta dei Phoenix Suns. Ne segna 28, compreso il buzzer beater della vittoria. Trieste va ad affrontare Brescia

Finale

Trieste – Brescia: …da -18 a +11 succede una sola volta, ed in questa stagione è già successo … E poi l’Allianz non è più quella, cortissima, del Palaleonessa. Ed infine, la pistola nella fondina può essere messa solo da un giocatore, che non è quello senza dreadlocks. C’è un conto da saldare, un underdog da portare in paradiso.

Bando alla fiction…. ecco come andrà realmente

Titolo alla Virtus

Possibili sorprese: Trieste, se batte Tortona. Tortona, se batte Trieste

Possibile delusione: Brescia, se viene sorpresa da Trento. Milano, se perde in qualunque dei tre turni

Possibili MVP: Rodriguez, Melli, Pajola, Della Valle, Banks, Wright