Nulla da fare per un’Allianz ancora menomata da due assenze importanti di fronte alla squadra più in forma del campionato, nonostante un primo quarto da 28 punti e dopo essere stata avanti anche di 18. Ora ctrl+alt+canc mentale e via all’operazione F8
(Photo Credit: Sito ufficiale Allianz Pallacanestro Trieste)
Quella fra l’Allianz e la Germani attuali è oggettivamente una lotta impari. Nella giornata in cui i due protagonisti più attesi, Della Valle e Mitrou-Long, non disputano certamente la loro miglior partita (il primo con una prestazione in pantofole comunque da 18 punti, il secondo con addirittura -3 di valutazione), coach Magro trova nel momento di maggiore difficoltà protagonisti alternativi prima nel momento di massimo sforzo per recuperare il gap iniziale triestino, poi per consolidare l’inerzia a metà terzo quarto e mettere la partita in cassaforte nell’ultima frazione: sono Gabriel e Moore ad infilare le bombe spezza fiducia per l’Allianz, sono loro a permettere alla loro squadra di accumulare un vantaggio che Trieste non ha le gambe e la testa per ricucire, poi sarà Cobbins e la sua reattività sotto canestro a conquistare quei rimbalzi in attacco tradotti in seconde e terze chance ed in una miniera di secondi aggiuntivi a disposizione del proprio attacco. Saranno lo stesso Della Valle e soprattutto John Petrucelli a spegnere (più con le cattive che con la tecnica) la verve offensiva di Adrian Banks, anche a Brescia oggetto di attenzioni speciali ben oltre il lecito, ed a costringere a numerose palle perse un Corey Davis probabilmente alla sua peggior prestazione dal suo arrivo a Trieste. E’ lo stesso Franco Ciani a fine partita a rimarcare la permissività, divenuta ormai una costante, con la quale gli arbitri consentono un po’ a tutti di difendere con fisicità spesso eccessiva sul Pistolero, ma il clima da corrida tipico dei playoff, esasperato da un pubblico tornato ad essere un fattore (quando tornerà ad esserlo a Trieste? Tornerà ad esserlo?) non può non influire sul metro arbitrale, ed a questo Trieste dovrà abituarsi ed adattarsi in fretta se vorrà rimanere competitiva ad alti livelli, a mano a mano che la posta in palio in ogni singola partita si farà sempre più importante. Quello al quale risulta difficile abituarsi è, invece, l’atteggiamento inutilmente provocatorio, a partita peraltro già vinta, di giocatori atavicamente limitati dal punto di vista tecnico, che dimostrano di esserlo anche da quello sportivo: il gesto denigratorio di Laquintana nei confronti di Adrian Banks (Banks….) dopo aver segnato una delle sue rarissime bombe, ed appena prima di stamparne un’altra sulla tabella rientrando nei suoi abituali binari, gli costa un paio di dolorosi battesimi da parte del capitano biancorosso e la rottura definitiva con un ambiente che gli aveva perdonato prestazioni di cui solo lui può ritenersi responsabile.
Al di là delle cadute di stile di un giocatore poco adeguato alla qualità del roster della Germani, la squadra di coach Magro si conferma la vera mina vagante di questa stagione, come del resto era stato pronosticato un po’ da tutti: dopo Milano e la Virtus è proprio la squadra lombarda, sempre più terza, in striscia positiva da 8 giornate, ed in uno stato di grazia mentale, a proporsi come outsider credibile soprattutto nella imminente Coppa Italia, dove avrà subito l’improbo compito di affrontare l’Olimpia ai quarti, ma dove ha tutte le potenzialità per sorprendere il mondo della pallacanestro italiana. Per quanto riguarda Trieste, viene confermata la lapalissiana considerazione riguardante i rischi del 5+5: quando uno, o peggio due, giocatori rimangono a lungo indisponibili, la mancanza di rotazioni inceppa il meccanismo, provocando un effetto domino sugli altri ruoli. Se sei costretto ad adattare le guardie a fare il playmaker per far riprendere fiato a Davis, rimani senza guardie e perdi pericolosità dall’arco, specie se a portare palla è Daniele Cavaliero, che contro giocatori reattivi e difensivamente fastidiosi come Mitrou Long, Della Valle e Petrucelli evidenzia un gap fisico che non può colmare, lo costringe a forzare o a perdere palla, non potendo peraltro esprimersi al meglio nella sua specialità piedi a terra. Sei anche costretto a far giocare il neo 36enne Adrian Banks per 36 minuti, facendolo arrivare sfiancato nei momenti topici dell’incontro, in cui da solo dovrebbe tenere la responsabilità dell’attacco triestino sulle sue spalle. Se poi si aggiunge che devi giocare con il solo Grazulis come 4 di ruolo, costringendolo a fare pentole e coperchi anche in una serata in cui litiga con il canestro da tre pur mettendo in scena un manuale di gioco difensivo, appare evidente che Trieste al momento, nelle condizioni in cui si presenta in campo non può essere in grado di mantenere precisione ed intensità per tutto l’arco dei 40 minuti contro avversari di questo livello che si esprimono al meglio delle proprie qualità, nemmeno iniziando con il 100% da due per i primi 15 minuti, catturando tutti i rimbalzi difensivi nel primo tempo, andando avanti di quasi venti punti a metà del secondo quarto. Certo, i limiti di tenuta mentale evidenziati anche contro Brescia nel primo momento di reale difficoltà sono un difetto ricorrente sul quale sarà necessario lavorare (queste partite vanno giocate fino all’ultimo secondo gettando il cuore sul parquet anche nel garbage time), anche perché costituiscono un handicap che potrà essere letale indipendentemente dalla profondità del roster. Ma probabilmente nella serata del Palaleonessa non sarebbe stato sufficiente nemmeno reagire con coraggio e sfrontatezza.
In altre parole, c’è l’evidente ed improrogabile necessità di ridare profondità al roster, mettere un puntello alla voragine in regia, pur considerando le difficoltà finanziarie e la rarità di soluzioni di livello adeguato in questo momento della stagione. Se poi Konate dovesse dimostrare di poter dare una ventina di minuti di qualità, di intensità sia in attacco che in difesa, di un atteggiamento tornato ad essere presente, grintoso e motivato sulla falsariga di quanto successo a sprazzi a Treviso e con più continuità a Brescia, ecco che la società potrebbe concentrarsi su un solo innesto, “accontentandosi” del pacchetto lunghi attuale in attesa del rientro di Alessandro Lever. Non sappiamo quando ciò potrà avvenire, ma da un punto di vista puramente tecnico non sarà mai troppo presto. A proposito di Konate: la versione del maliano vista contro la Germani avrebbe forse meritato maggiore fiducia nella seconda metà della quarta frazione, quando alla tecnica inarrivabile di Marcos Delia (addirittura 5 stoppate per lui, nuovo personal best) sarebbe forse stata preferibile l’irruenza fisica ed il tonnellaggio di un giocatore maggiormente in grado di contenere Cobbins, andato a nozze assieme al compagno Burns nel catturare rimbalzi e palle vaganti nel pitturato triestino. Forse non sarebbe stato determinante per vincerla, ma almeno per provare a contenere il gap sotto gli 8 punti mantenendo il vantaggio negli scontri diretti. Ma quando si parla di Konate si parla di imprevedibilità e concentrazione ondivaga, per cui probabilmente coach Ciani ha optato per la soluzione più prudente.
La sconfitta va messa in archivio il più in fretta possibile. Ora Ciani ha a disposizione quattro giorni per perfezionare la trasferta a Pesaro, dove Trieste si trova quest’anno nella condizione di dover affrontare l’impegno Final Eight con la convinzione e la determinazione che le derivano dalla propria esperienza e dal proprio lignaggio, specie nei confronti di una neopromossa come Tortona (che oggi ha strapazzato Trento), strutturata ed entusiasta quanto si vuole, ma pur sempre alla sua prima esperienza in competizioni di questo livello. L’Allianz dovrà evitare in tutti i modi l’atteggiamento da Cenerentola invitata al gran ballo con la quale si era presentata alle finali di Milano l’anno scorso, quando venne spazzata via da Brindisi quasi senza rendersene nemmeno conto. Senza contare che un piazzamento prestigioso, una semifinale che con ogni probabilità si disputerebbe contro la Virtus, le donerebbe una vetrina che potrebbe venir notata da futuri investitori: in altre parole, Trieste per la prima volta da qualche anno, sicuramente dal suo ritorno in Serie A, gioca con la pressione di dover far risultato. Sensazione e condizione nuova, ma che darà l’esatta misura di quanto questa squadra sia pronta per conquistare obiettivi che vanno oltre il budget oggi a disposizione.
Le pagelle dei biancorossi: Banks 7+, Davis 5, Konate 6+, Deangeli 6, Mian 5/6, Delia 6/7, Cavaliero 6-, Campogrande 5, Grazulis 6
… ed i voti agli avversari: Gabriel 6/7, Moore 6/7, Mitrou-Long 5-, Petrucelli 6, Della Valle 7, Eboua ng, Cobbins 6, Burns 7-, Laquintana 2, Moss 6
GERMANI BRESCIA – ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE 87-76
Germani Brescia: Gabriel 9, Moore 14, Mitrou-Long 3, Petrucelli 13, Della Valle 18, Eboua, Parrillo, Cobbins 12, Biatcha, Burns 13, Laquintana 3, Moss 2. All: Magro
Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 23, Davis 5, Konate 12, Deangeli 2, Mian 6, Delia 8, Campani, Fantoma, Cavaliero, Campogrande 6, Grazulis 11. All: Ciani
Parziali: 16-28; 41-42; 61-54
Arbitri: Paternicò, Bettini, Valzani