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Ci vorrebbe un gol, ci vorrebbe un gol…

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Talmente poco il tempo prima di tornare in campo che è quasi meglio. E’ la legge dei play-off che prevede incontri ravvicinati e, forse, è quasi un bene perchè, con più giorni a disposizione, l’analisi della qualificazioine della Triestina a spese del Giana Erminio avrebbe rischiato di essere, come minimo, poco costruttiva in vista del successivo impegno.
Le ombre, rispetto le luci, sono talmente tante che, davvero, si finirebbe per mettere sotto accusa tutto e tutti: dal non aver capito il perchè dell’atteggiamento della squadra, probabilmente figlio delle scelte tecniche, al non digerire quella che sembrava, da parte dei giocatori, la rinuncia a prendere in mano la partita, alle scelte delle sostituzioni, a quella sorta di “braccino corto” che, probabilmente, avrebbe meritato di esser punito.

Poi in campo va diversamente: alla fine la qualificazione c’è stata, quindi è solo questo dato che verrà registrato nella storia calcistica e chi l’ha ottenuto potrà esibirlo senza tema di smentita.
Poi non ha importanza se gli ospiti sono stati più bravi, se avrebbero meritato di più o se il pallone avesse o meno superato la fatidica linea di porta. Conta solo il risultato finale, quello che permette alla Triestina di andare avanti, quello che ha permesso di salire uno scalino in più e di tornare subito in campo per cercare di alzare ancora l’assicella. Già, perchè – ed entriamo nella dietrologia che tanto piace a molti – è abbastanza assurdo pensare che la società non voglia cercare la promozione. Non sarà stato, soprattutto da un certo punto in poi, l’obiettivo dichiarato ma, quando ci si trova in mezzo è davvero assurdo pensare che qualcuno non voglia provarci. Basterebbe pensare cosa significa una promozione nel curriculum di un giocatore (leggi, per essere venali, prossimi contratti) e, per una società di serie C, togliersi da un campionato che non porta niente in cassa, a favore di uno che ti avvicina al calcio che conta.

Della partita con il Giana, formazione davvero interessante, oltre che simpatica già per il solo fatto di rappresentare Gorgonzola e la sua inimitabile specialità, va conservata forse l’unica luce, quella reazione che ha portato al pareggio: un lampo breve, spento quasi subito però dall’assoggettarsi con paura alla reazione degli ospiti che, probabilmente, il successo lo avevano anche raggiunto ma che non è stato confermato dai mezzi tecnici che, per la prima volta hanno fatto la comparsa nella Serie C.

Subito in campo, va bene, ma come? Il Benevento è una squadra di grande esperienza, poco tempo fa era nella massima serie calcistica, qualcuno dei giocatori è rimasto da allora. Sarà cliente difficile che punta a vincere la battaglia soprattutto nella gara casalinga di sabato prossimo ma che sa, altrettanto, che potrebbe costruirsi il risultato già domani con il giusto atteggiamento, con una difesa attenta – cosa che ha fatto già vedere – sfruttando le manchevolezze alabardate che, ovviamente, avrà analizzato guardando la prestazione di sabato scorso.

Se non cambia l’atteggiamento, l’approccio alla partita, difficilmente la Triestina ne esce in maniera positiva: da questa prima partita dipende gran parte delle possibilità che la squadra di Bordin si porterà nella trasferta di sabato. Quindi, la logica dice che dovrebbe scendere in campo una formazione, per dire, assatanata, una squadra che sa di dover stendere l’avversaria e, se non altro, provarci con una condotta di gara perentoria, decisa, da leader. Poi, i risultati possono anche non venire perchè è la storia del calcio che ce lo indica.
A tutti piacerebbe vedere la propria squadra scendere in campo, giocare un bel calcio, segnare due, tre gol, mettere la palla al centro, salutare il pubblico e andare a festeggiare ma, non facciamoci illusioni, non va sempre così ma quando succede la parte negativa bisognerebbe avere anche la forza di dire: “Beh, ci hanno almeno provato…”

Discorsi troppo romantici alla vigilia di una partita di play-off, quindi proviamo, altra impresa quasi disperata, a pensare alla formazione che potrebbe scendere in campo domani sera. Pure illazioni, ovviamente, perchè l’allenatore Bordin ha quasi sistematicamente sorpreso con le sue scelte su cui, come abbiamo detto, per il momento si può non essere d’accordo ma che hanno portato, in qualche modo, la squadra ad essere a questo punto.
Scopriremo se continuerà l’alternanza tra Matosevic e Agostino; probabilmente, l’unica certezza riguarda il trio davanti alla porta, composto da Moretti, Malomo e Rizzo. Logica e ultime prestazioni porterebbero ad una conferma per Germano e Pavlev a sinistra come per Correia centrale, sperando non sia necessario vederlo in posizione più avanzata dove sembra perdere parte del potenziale che ha quando parte in progressione. Vallocchia, non più brillante come qualche mese fa, ed El Azrak, indubbiamente il più in forma di tutti, dovrebbero completare il trio di linea mediana. Poi, per l’attacco, non si sa più che dire. Lescano, Redan, Vertainen, Minesso, l’ormai dimenticato D’Urso sono tutti disponibili e in buona salute, quindi è abbastanza superfluo cercare di indovinare chi partirà titolare nella testa dell’allenatore.
Il tutto, senza dimenticare Anzolin, Struna, Ciofani e Petrasso per il settore difensivo, Gunduz, Jonnson, Fofana, Celeghin e Ballarini per la zona centrale del campo.
Come dire, che l’unico, ma non diamolo per certo, che sembra destinato a non sudare potrebbe essere Madou Diakite, il terzo giovane portiere
Si gioca alle 21: dirigerà la partita Mattia Caldara della sezione di Como.